“UmbriaLibri deve essere la festa dei narratori. La narrazione viaggia su tanti canali differenti: l’arte è narrazione, il giornalismo è narrazione, la musica cantautoriale è narrazione, e noi esploreremo tutte le strade a disposizione della creatività umana per rendere davvero la letteratura una forma vitale di conoscenza, in una delle regioni più belle d’Italia.“
UmbriaLibri è un evento, un festival, una festa, una fiera, un’occasione di incontro tra i cittadini e il mondo della letteratura, che esiste da anni e che in questi anni ha saputo ritagliarsi un ruolo peculiare nel campo delle iniziative legate all’universo del libro. Per dirla in termini di marketing, ha saputo conquistarsi un suo posizionamento. E questa tradizione va custodita con cura, perché UmbriaLibri è forse l’unico evento librario che possiede nel suo codice genetico la missione di valorizzare l’editoria locale. Ma, come ogni cosa, anche UmbriaLibri ha necessità di un aggiornamento, una ridefinizione del suo perimetro, ovvero: cosa sta dentro questa manifestazione? Cosa la rende differente e, dunque, attraente? Il lavoro che svolgeremo nei prossimi anni, e che costituisce un po’ il senso profondo del compito che mi è stato affidato in qualità di Direttore artistico, è quello di rinnovare l’impianto di UmbriaLibri senza però smontare o sottostimare i suoi decenni di attività, e di successi. Credo che sia un obiettivo raggiungibile, e provo a spiegare come. L’Umbria è una regione fortemente identitaria, legata visceralmente ai suoi campanili, alla straordinaria bellezza e poliedricità delle sue città e dei suoi paesaggi. UmbriaLibri deve in primo luogo adeguarsi a questa pluralità e a questa ricchezza, allargare i suoi confini e non essere più solo o quasi solamente una coppia di weekend capaci di animare la vita culturale di Perugia e Terni, i due capoluoghi: UmbriaLibri deve essere ovunque, in Umbria, deve arrivare ovunque, un po’ alla volta, mese dopo mese, trovare nuove radici, portare il suo brand in ogni angolo della Regione. Come faremo questo, lo vedrete, certo è che utilizzeremo la materia prima di UmbriaLibri, gli scrittori, come ambasciatori di un nuovo patto fra letteratura e pubblico, più immersivo, più partecipato, più condiviso. L’iniziativa che abbiamo già presentato dello “scrittore residente” vuole andare in questa direzione: una città che adotta per qualche giorno uno scrittore, che stabilisce con lui un rapporto di prossimità, sa che ha già trovato qualcuno pronto a saperla raccontare in modo diverso. Ma non sarà solo questo, cercheremo di realizzare degli “speciali” di UmbriaLibri anche in collaborazione con le istituzioni che promuovono in Umbria la cultura musicale, quella cinematografica, persino quella enogastronomica… con un altro obiettivo: allargare la platea del pubblico anche ai più giovani, e anche con gli strumenti narrativi con cui i nativi digitali ascoltano e raccontano il mondo, ben consapevoli che oggi l’oggetto “libro” è molto cambiato rispetto al passato, un podcast non è un mezzo narrativo di seconda categoria ma uno strumento alternativo di racconto. E vengo all’ultimo punto: UmbriaLibri deve essere la festa dei narratori. La narrazione viaggia su tanti canali differenti: l’arte è narrazione, il giornalismo è narrazione, la musica cantautoriale è narrazione, e noi esploreremo tutte le strade a disposizione della creatività umana per rendere davvero la letteratura una forma vitale di conoscenza, in una delle regioni più belle d’Italia.
Angelo Mellone – Direttore Artistico UmbriaLibri